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Psicoterapia di Gruppo a distanza: riflessioni dopo 10 mesi dall’inizio dell’esperienza


La Psicoterapia di Gruppo, più di quella Individuale, ha subito importanti variazioni causate, direi meglio, forzate, dall’epidemia di Covid-19 ancora in corso.

Dopo quasi un anno di Psicoterapia a distanza su piattaforma digitale, riporto alcune considerazioni in merito all’andamento di questa esperienza.

Il Gruppo più grande è stato sospeso, poiché ho ritenuto troppo dispersivo il lavoro con più di otto persone per motivi inevitabili correlati a problemi di connessione audio/video, spesso presenti nonostante gli ottimi progressi della comunicazione digitale, e soprattutto alla gestione del setting perché non tutti i partecipanti possono sempre disporre di uno spazio intimo e riservato.

Nel caso del lavoro di Gruppo si sovrappongono più stanze virtuali, diverse dalla stanza della Psicoterapia, che distraggono psicoterapeuta e pazienti, condizionate da persone, oggetti ed eventi privati che permettono con difficoltà o addirittura non permettono di mantenere la Psicoterapia, come realtà il più possibile separata da quella esterna.

L’efficacia di un lavoro a distanza per un Gruppo numeroso è focalizzata, a mio avviso, a un obiettivo di supporto e condivisione per eventi particolari come le restrizioni, il lock-down e tutti i cambiamenti obbligati della nostra vita quotidiana che possono coinvolgere pesantemente e mettere in crisi i pazienti e le persone in generale, compresi gli psicoterapeuti.

Per proseguire invece un percorso già intrapreso di Psicoterapia di Gruppo, nel quale entrano sicuramente le conseguenze della pandemia, ma non sono il nucleo unico e centrale del lavoro, la modalità a distanza rappresenta un ostacolo e pertanto è stata interrotta con l’idea di poter riprendere di persona nel momento in cui le condizioni sanitarie lo permetteranno.

I pazienti chiaramente non sono stati lasciati sospesi rispetto al processo psicoterapeutico ma hanno proseguito  con sedute individuali su piattaforma o in studio a seconda dei casi come ho scritto altrove (https://www.mbpsicoterapia.it/conseguenze-del-covid-19-in-psicoterapia-dopo-6-mesi/; https://www.mbpsicoterapia.it/psicoterapia-a-distanza-e-interpretazione-dei-sogni/ ).

È stato invece possibile proseguire la Psicoterapia per il Gruppo più piccolo, non oltre i sei partecipanti: le difficoltà descritte si sono comunque verificate ma la forza costruttiva del Gruppo ha prevalso sulle controindicazioni.

Le condizioni che hanno permesso di proseguire il lavoro efficacemente non sono dovute solo al basso numero di partecipanti ma si ritrovano in alcuni fattori che voglio descrivere.

Il primo è che il Gruppo in questi mesi è rimasto chiuso nel senso che, a differenza dell’impostazione metodologica originaria, gruppo aperto, nuovi pazienti che subentrano provenendo dalla Psicoterapia Individuale secondo precise dinamiche (https://www.mbpsicoterapia.it/psicoterapia-combinata-individualegruppo-1/ e seguenti), i partecipanti sono invece rimasti e rimangono gli stessi. Ho ritenuto che fosse necessario, viste le condizioni legate al setting, mantenere il più possibile uno spazio protetto in cui, laddove di solito l’inserimento di nuovi pazienti rappresenta un cambiamento costruttivo per il Gruppo già solo nel suo rappresentare rotture di equilibri e riorganizzazione di nuovi e più evoluti, nel lavoro a distanza percepivo il Gruppo aperto come l’opposto, il rischio della confusione e della perdita di tenuta del rapporto.

Un secondo aspetto, di maggiore rilevanza, è legato al fatto che il Gruppo in questione è avanzato nel suo percorso, questo significa che già dallo scorso Marzo, i pazienti lavoravano da tempo sulla risoluzione delle dinamiche storiche e precoci e sui conseguenti meccanismi di difesa e il movimento collettivo seguiva un’omogeneità nella ridefinizione dell’identità matura e adulta di ogni singolo.

Nel Gruppo iniziavano a prevalere dinamiche di separazione dalla Psicoterapia per raggiungere l’obiettivo del suo termine.

L’attività psicoterapeutica principale, l’interpretazione della relazione e dei sogni, non ha subito interferenze o crisi dovute sia al setting a distanza che alle implicazioni concrete dell’epidemia ma queste variabili (interna la prima, esterna la seconda) sono state integrate naturalmente nel processo e, soprattutto gli effetti del Covid, sono stati condivisi nell’esperienza di Gruppo quando necessario ma non hanno alterato sostanzialmente l’evoluzione del Gruppo stesso.

Un’altra caratteristica che ha reso possibile la Psicoterapia da remoto, è stata la forte coesione del Gruppo che è riuscita a far prevalere le istanze costruttive a svantaggio di quelle distruttive dovute agli aspetti che ho raccontato a partire dall’utilizzo della piattaforma e le sue conseguenze, fino alle vicende legate all’epidemia come paura per la salute, isolamento, ripercussioni economiche, sociali e lavorative dell’anno critico che stiamo attraversando.

Fatti di possibile frustrazione per tutti, come ad esempio, le evidenti difficoltà di connessione di alcuni pazienti piuttosto che spazi talvolta poco protetti e che potevano minacciare l’intimità del Gruppo, sono stati utilizzati da tutti i partecipanti per aiutare e risolvere le problematiche concrete del singolo per andare avanti e non ostacolare il lavoro, anzi facilitarlo il più possibile.

Nel modello che propongo la coesione non è un aspetto del Gruppo immediatamente percepibile poiché prevalgono l’interpretazione dei sogni e delle dinamiche relazionali, di base il lavoro è focalizzato sulla persona che interviene pensando all’effetto di amplificazione e di attivazione delle dinamiche gruppali a partire da quelle individuali; lo scambio tra i partecipanti esiste ma non si basa di fondo sul confronto cosciente anche se questo, quando avviene, è facilitato.

La coesione è pertanto una conseguenza prettamente inconscia della profondità e dell’intimità degli aspetti che emergono e mi accorgo con l’esperienza che è una forma di adesione e riconoscimento della vita e delle caratteristiche di ogni paziente più genuina delle tanto ricercate empatia e simpatia reciproche tra i membri che in alcuni casi sembrano essere una forzatura metodologica.

Il Gruppo pertanto ha esplicitato la coesione non solo come supporto dei partecipanti che hanno mostrato delle difficoltà concrete di vario genere ma soprattutto come supporto rivolto all’obiettivo di portare avanti insieme il lavoro del Gruppo stesso sia non lasciando indietro nessuno sia promuovendo l’evoluzione e il cambiamento di tutti.

Questo si realizza ed evidenzia all’interno della Psicoterapia come la percezione di un’immagine unica del Gruppo e di un movimento omogeneo che emerge dalla qualità relazionale e dai sogni dei pazienti.

Immagine unica è molto differente dalle costruzioni identificatorie o fusionali legate alle dinamiche pregresse e al contrario rappresenta l’autonomia e la maturazione del singolo che, separato dalla storica psicopatologia, attiva e utilizza le proprie risorse umane a vantaggio della collettività.

La progressiva uscita dalla focalizzazione sull’Io problematico e sofferente, inevitabile accentratore di emozioni, pensieri e sogni, bisognoso di aiuto, si realizza nell’Io autonomo/separato/adulto che non corrisponde a una persona, come spesso erroneamente si crede, che va avanti per la sua strada da sola, ma che si può integrare con il mondo senza perdere da una parte la propria identità e dall’altra aggiungendo le sue risorse, il suo Potenziale Umano (https://www.mbpsicoterapia.it/il-potenziale-umano-sintesi/ ), a quelle degli altri all’interno della società.

Allo stesso tempo autonomia significa che quando il singolo, giocandosi la sua identità con gli altri (socialità, lavoro, rapporto di coppia, relazione con i figli, Gruppo di Psicoterapia) si può separare da quel vissuto ritrovando se stesso ogni volta più arricchito, finalmente separazione non è abbandono, isolamento o rifiuto (che provengono dalla storia personale) ma è vera possibilità creativa di Sé. Questa si manifesta con la capacità di fare propria l’esperienza vissuta in ogni rapporto (le sedute), per ritrovarsi nuovamente con il Gruppo la volta successiva, accrescendo ulteriormente il contenuto e il significato affettivo dello stare.

È lo stesso movimento che mette in atto fin dal primo incontro lo psicoterapeuta che, entrando nel Gruppo, mette in gioco e a disposizione la propria immagine ma anche accoglie quella dei partecipanti, poi con l’attività dell’interpretazione restituisce un contenuto e infine con la separazione rende inconsciamente le esperienze dei pazienti un suo patrimonio affettivo, che non è identificazione. Così lo psicoterapeuta all’incontro successivo, come i pazienti, può permettersi di offrire un’immagine nuova e sempre diversa che permette l’evoluzione del Gruppo, processo che passo dopo passo diventa attività spontanea di tutti.

In sintesi confermo che la Psicoterapia di Gruppo sia possibile utilizzando la distanza come nel caso delle piattaforme digitali ma è necessario prendere bene in considerazione prima, di proporre un lavoro del genere, fattori importanti come il numero dei partecipanti, la scelta di un Gruppo chiuso e non aperto e una discreta maturazione del Gruppo intesa come la sostanziale elaborazione delle dinamiche precoci con i genitori e la focalizzazione sulla ricerca di un’immagine di identità adulta/svezzata.

Per quanto riguarda un ultimo aspetto di riflessione, legato all’ipotesi di iniziare una Psicoterapia di Gruppo direttamente a distanza, ritengo che possa essere percorribile nel momento in cui, lavorando con un approccio individuale/combinato, come è mia prassi, si può proporre ad alcuni pazienti in Psicoterapia Individuale di integrare il lavoro con il Gruppo.

Dove questo, in condizioni non complesse come il periodo Covid-correlato, è un processo spontaneo e condiviso nell’evoluzione naturale del lavoro insieme, nel caso del passaggio su piattaforma, è necessario aspettare più tempo del solito, incrementare le autonomie, il miglioramento, la fiducia del paziente in se stesso per proporre con più certezza l’esperienza di Gruppo a distanza.

Michele Battuello