Formazione Psicologi e Psicoterapeuti

All’interno del progetto formativo, il Centro coniuga le differenze tra l’orientamento psicodinamico e quello sistemico relazionale e pertanto ha strutturato varie tipologie di formazione (teorica, clinica ed esperienziale) rivolte a diverse figure professionali in base alle principali richieste che sono pervenute nel tempo.

Formazione per l’Esame di Stato in Psicologia (EDS) e orientamento professionale

Prevede 15 incontri di gruppo creati ad hoc in base alle caratteristiche dell’EDS col fine di affrontare le diverse prove costitutive dell’esame. Gli psicologi, una volta abilitati, potranno partecipare a una fase successiva di orientamento al percorso professionale all’interno del Gruppo di definizione del Sé terapeutico.
Il gruppo è rivolto a professionisti che si trovano di fronte alla scelta di una Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, pertanto a psicologi e medici interessati a scoprire il modello teorico più affine alla propria identità. Lo scopo del gruppo è di aiutare gli interessati a definire una scelta formativa, consapevole e calibrata in quanto è l’impostazione che rappresenterà al massimo il proprio modo di lavorare.

Formazione per Psicoterapeuti

La formazione dello psicoterapeuta si svolge oggi all’interno delle Scuole di Psicoterapia e/o Psichiatria che generalmente richiedono, per direttive MIUR, una terapia personale individuale e/o gruppale e una supervisione dei casi clinici.
La maggior parte degli specialisti finisce così il proprio percorso formativo e inizia l’attività clinica autonomamente. Solo alcuni proseguono un lavoro di supervisione o in rari casi una psicoterapia.

A prescindere dall’orientamento teorico riteniamo invece che il terapeuta sia chiamato a lavorare su se stesso in termini di continua elaborazione delle proprie dinamiche personali con l’obiettivo di essere sempre più definito rispetto al paziente. È questo un ambito poco affrontato dalla formazione che invece è sostanziale.

Il Centro ha attivato un Gruppo Psicodinamico, condotto dal Dr. Battuello, con l’obiettivo di lavorare sui sogni e sulle dinamiche degli psicoterapeuti, in formazione o già immersi nella pratica clinica. È rivolto a psicoterapeuti di diverso orientamento proprio perché si concentra sull’attivazione diretta e il coinvolgimento della persona/terapeuta. Il terapeuta nello spazio e nel tempo del Gruppo deve considerarsi paziente e pertanto disposto a mettersi in gioco, raccontando anche i suoi sogni, affrontando l’interpretazione e l’eventuale frustrazione delle proprie dinamiche inconsce e coscienti.
Il Gruppo Psicodinamico a differenza della Supervisione parte e rimane sul terapeuta e nel qui e ora del lavoro di gruppo come possibilità autentica di elaborazione e trasformazione dei vissuti e dei conflitti della relazione personale prima e poi terapeutica.

Il Gruppo di Supervisione vero e proprio è condotto dalla Dr.ssa Milelli per professionisti che sentano la necessità di guardare al proprio lavoro integrando cornici teoriche diverse ma anche poter avere un contesto di Supervisione che permetta una visione altra sul percorso di terapia dei propri pazienti. La forza del gruppo di Supervisione consiste nel proporre altri spunti di riflessione utili per il rapporto terapeutico. Attraverso la narrazione della terapia possono emergere nuovi modi di vedere il paziente e la stessa relazione terapeutica. Le diverse cornici teoriche dei supervisori definiscono aspetti diversi di ogni Supervisione con l’obiettivo di rendere più ricco e produttivo il rapporto tra terapeuta e paziente. Il focus del gruppo è dunque la relazione terapeutica nella relazione col gruppo supervisore. Nel Gruppo di Supervisione il tema centrale è il rapporto clinico col paziente, quell’aspetto dinamico e relazionale all’interno del quale si promuove l’autonomia del paziente.

Formazione sul Suicidio e Survivors

Il Suicidio è un evento drammatico che sconvolge potentemente l’esistenza di numerose persone, non soltanto i parenti, gli amici, i colleghi di chi si è tolto la vita. I Survivors, coloro che perdono un caro per suicidio, sono un gruppo più ampio di quanto si possa immaginare con ripercussioni psicologico-emotive di grande impatto e notevole durata.
L’esperienza e la collaborazione con il Centro per la Prevenzione del Suicidio dell’A.O. Sant’Andrea, diretto dal Prof. Maurizio Pompili (www.prevenireilsuicidio.it) ci ha dimostrato due aspetti fondamentali di questa tematica. Il primo è che spesso tra i Survivors ci sono psicoterapeuti e/o psichiatri che avevano in cura un paziente che si è poi tolto la vita con ricadute sull’esistenza e sulla capacità lavorativa del professionista stesso di notevole impatto. Il secondo aspetto è che la formazione sul Suicidio è poco diffusa all’interno delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia o negli indirizzi formativi in ambito della Salute Mentale.
In aggiunta, che si tratti di scuola e lavoro o che si tratti di adolescenti e adulti, laddove si verifica un suicidio è necessario intervenire ad ampio spettro: anche chi non ha assistito, non ha conosciuto direttamente, non è intervenuto nei primi momenti del fatto, potrebbe aver bisogno di un contesto di aiuto.
Il Survivor non è solo chi aveva un legame con il suicida ma anche una comunità, un quartiere o un paese intero possono definirsi come “sopravvissuti all’evento” e portare dentro di loro tutte le caratteristiche del trauma.
Infine è ben noto che il suicidio spesso richiama altri suicidi e questo dovuto a diversi fattori che potenziano quello che si chiama l’”Effetto Werther” inteso come la suggestione legata al suicidio. Prende il nome dal protagonista del romanzo di Goethe, Werther, che sceglie il suicidio per porre fine alla propria sofferenza dovuta al non essere corrisposto in amore. In seguito alla diffusione del romanzo in Europa si verificò un’ondata di suicidi emulativi.
La scarsità di servizi dedicati alla prevenzione del suicidio, il tabù sull’argomento e lo stigma sociale lasciano molte volte le persone sole di fronte a grandi sofferenze difficilmente gestibili, pertanto abbiamo ritenuto fondamentale utilizzare la nostra esperienza sul Suicidio e i Survivors per offrire strumenti formativi specifici rivolti non solo a medici, psicologi e psicoterapeuti ma anche ad altre categorie che possono entrare in contatto con questa tema: insegnanti, infermieri, assistenti sociali, educatori, forze dell’ordine etc.